La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
44 LIBRO SESTOaffari. Non era l'incombenza loro così agevole, come altri avrebbe creduto, dovendo tai patti richiedere, secondo i quali il nuovo principe avesse autorità bastante per difendere lo stato, non per disporne a sua posta; per proteggere indistintamente i cittadini, non per opprimerli; problema da tulli i popoli generosi ricercato, indeciso «finora e forse insolubile.
Giunti a Parigi e introdotti pubblicamente all'udienza del re,gli ambasciatori si dissero inviati dal doge e dalla nazione genovese per deporre nelle mani del più savio e più potente monarca della cristianità il supremo arbitrio della loro repubblica. Potrebbesi imputar loro a vanità nazionale, se non fosse evidentissima causa di rammarico e di confusione, il ricordare le glorie di questa stessa repubblica;la quale sebbene ristretta dì sito in Europa, lacerata e guasta da più che civili discordie, pur dominava anco al presente colle sue forze navali, e colle numerose e ben fondate colonie i ricchi mari d'Oriente. Posta in fondo d'ogni miseria, non per valor di nimici, ma per l'incurabile disunione de' cittadini, ella non poteva altro fine augurare a'suoi mali, che la bontà implorando e il braccio di un principe sì grande e pio. Gli ordini tutti della repubblica erano in questo, in questo solo concordi. Se tanto favore venisse lor conceduto, niente avrebbe ugguagliato la gratitudine loro e la fede.
Finita la cerimonia del giorno, gli ambascia-dori spiegarono paratamente le ricevute istruzioni; il cui tenore Ietto e ponderilo nel consiglio reale, divise i pareri;'sembrando contrario alla
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