La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDO Gì
Aveva il conte in sua compagnia il vescovo di Meaux; ed era scortato da dugento cavalli, molti uomini d'arme e molti nobili donzelli delle principali case di Francia. Con sì splendida corte piaceva alla moltitudine; e per obbligarsi i potenti eleggeva di pervenire a' suoi fini piuttosto con destrezza e soavità di maniere che con violenza e trattamenti acerbi. Insorse pochi dì dopo la sua venuta una controversia in consiglio circa il diritto del nominare i nuovi castellani delle fortezze. Niente disponevano i capitoli per quella del Castellazzo. Onde gli anziani negavano che dar si dovesse a guardia di un oltramontano, come affermava il conte, allegando esser tale se non la lettera almeno lo spirito della capitolazione. Senza punto commuoversi, egli propose di starsene all'arbitrio di due giurisperitr di Genova, consentendo intanto all'interino comando di un Genovese. Stette col più forte l'arbitrio; sicché il Castellazzo venne in poter de' Francesi [senza lagnanza. Nella stessa guisa avendo il duca d'Orleans rinunziato alla signoria di Savona a contemplazione del re suo fratello, il governatore andò a pigliarne il possesso; donde tornalo senza alcun pubblico segno di riconoscimento per parte di que' magistrati, cominciava a scadérne in reputazione. Ma indi a pochi giorni una deputazione savonese fu a Genova, rappresentossi al consiglio e giurò fedeltà. E i Montaldi che si erano impadroniti di Gavi, e i Doria diPorto Maurizio, più guadagnati che intimoriti, cederono in capo a tre mesi le terre usurpate. I soli castelli di Giustenice e della Pietra avendo la sofferenza
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