La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SECONDO Gì
gran-maestro dell'ordine di san Giovanni di nazione francese. Alle preghiere di Giano trasferitosi a Cipri, egli fu intorno al maresciallo rappresentandogli, come la rovina di un regno tanto vicino del luogo ove l'ordine suo dimorava, moltiplicherebbe agl'infedeli i mezzi, onde assalire e Cipri e Rodi e Costantinopoli, e di passo in passo tutto il nome cristiano. Volesse adunque attenersi al già fatto, giusta e legittima impresa; considerando che il fare di più sarebbe vendetta disdicevole alla sua gloria, perniziosa alla religione. Così disse Filiberto di Naillac gran maestro.L'autorità del grado e la reciproca benevolenza, fortissimo vincolo fra paesani dalla patria lontani, vinsero l'animo ferreo di Bucicaldo. Concedè un armistizio e accettò la .mediazione del gran-maestro. Le condizioni dell'accordo furono, che il re Giano pagasse trentamila ducati per le spese dell'armata: confermasse inoltre le antiche concessioni; Bucicaldo all'incontro il liberasse dall'assedio e ricevesselo in amicizia.
Festeggiata la pace, il maresciallo navigò in Sorìa; vi prese la città di Berito abbandonata dalla maggior parte de'Mossulmani; e a quanti eran rimasti fe'mozzare il capo. Tentò insignorirsi di Tripoli, ma non gli riuscì. Passò indi in Egitto, perchè quel soldano avea fatto mettere le mani addosso a'mercatanti genovesi in Alessandria, al Cairo e a Damasco. Ma i venti meridionali due volte il respinsero da terra. Deposto allora il pensiero dell'Egitto e di Costantinopoli ancora, s ad-drizzò verso Genova. Seguitavalo da molti giorni con undici galee e con due grossi uscieri Carlo
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