La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO 79
raggiuntolo presso alla chiesa di san Francesco, il feri in una gamba ove non era coperto di ferro. Lo abbandonarono coloro ch'erano accorsi a difenderlo; e l'implacabile contadino gridando ai propri compagni di allontanarsi, volle esser solo a finirlo. Non rimasero a'Francesi se non i forti del Castelletto e della Darsena; ma pochi essendo e senza capo, dopo breve contrasto li renderono ambedue.
Sollecito sopra ogni cosa della benevolenza dei Genovesi, Teodoro non si era mai mosso, pur aspettando che lo v'invitassero; nè aveva tampoco permesso a Facino di appressarsi. Or liberata senza opera altrui la città, una deputazione fu a pregarlo di farvi l'entrata solenne: e un'altra andò da Facino, i cui venturieri eran molto temuti, per offerirgli trentamila fiorini, a ciò si partisse. Consentirono ambedue. Con onorevoli e liete accoglienze fu il marchese condotto ad albergo nel convento di san Domenico, ov'erano già stati Enrico VII e il re Roberto. 1 Ghibellini cominciarono quindi a salutarlo Capo della Repubblica; i Guelfi ad opporsi; i quali essendo più deboli vennero isso fatto privati di voce attiva. Onde Teodoro fu acclamato senza contradizioni presidente e capitano della Repubblica colle onorificenze de' dogi. Mentre queste cose accadevano in Genova, il maresciallo Bucicaldo celebrava il suo ingresso in Milano. Attoniti i cittadini lo videro assiso sopra il solio ducale, l'omaggio ricevere de'fratelli Visconti con uno scettro d'oro in mano, e assumere il titolo di governatore della Lombardia. La solennità era appena finita, quan-
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