La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO TERZO 91
laido, nimico naturalmente di quiete, e perc ò caro ai faziosi, era stato insino allora assente. Ma stimolato da'suoi amici arrolò parecchi venturieri, e il di 4 dicembre entrò verso sera in Genova. Al primo avviso il doge mandò a catturar que'soldati, che come forestieri si erano distribuiti in diverse osterie. Se non che il nome e la riputazion di Montaldo ritennero il doge da mettergli addosso le mani. Or egli veggendosi scoperto insieme e temuto, non perdè un momento. Nella notte medesima corse agli amici, trasseli armati nelle vie più abitate da'Ghibellini; e tutti a una voce incominciarono a gridare, Viva il Popolo e il buono stato de'Montaldi! Già aggiornava. Le campane delle chiese suonavano già a martello, i cittadini tutti si destano e s'armano. Gli uni occupano il Castelletto, gli altri l'antico castello della città. Fiaccole, balestre, bombarde, sono in pronto; nazionale vendetta non diviserebbe di più contro terra nimica. Invano il doge chiama i Consigli, invano sulla piazza de'Parlamenti ricorda l'acclamato govèrno, le leggi promulgate, l'ubbidienza giurata da tutti gli ordini e da tutte le fazioni; e i suoi stessi aderenti sordi alle sue voci, si mettono a gridare il nome di Adorno unito a quello de'Fregosi, come i Montaldi per farsi più partigiani, aggiungono insieme il nome de'Guarchi. Ogni dì succede qualche azzuffamento nel cuore della città, ogni dì qualche uccisione. La festività del Santo Natale, molto adoperandosi il clero, ottiene appena alcune ore di tregua; il dì seguente si ripigliano l'armi, e le arsioni di molti palagi presso
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