La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
96 LIBRO SESTO:,
case, in alto di motteggiare, presenti le madri, con chi passava. L'inverno e la primavera eran balli continui, ne'quali infino alle fornaje portavano scarpe di seta guarnite di perle. Nell'estiva stagione la cittā si trasferiva quasi tutta in campagna; nč i pubblici ufizii facevan ritegno alle persone di stato, nč i molti negozii a'mercatanti: ma tutti attendevano nelle soprastanti lor ville a godere l'aer fresco e l'ampio mare sereno, schiavi dell'ozio e della gola. I poveri stessi volevano darsi bel tempo ne'dė festivi; accattavano un abito di seta a'rigattieri, e sparse nelle collinette d'intorno, tracannavano in lunghi fiaschi di vino le ricevute limosine e le mercedi. Cosė la nazione tutta sguazzava, incoraggila dal doge.
Che se gli uomini d'antico senno biasimavano coteste sue massime pių atte a corrompere che a mansuefare i costumi, egli studiava di acchetarli con opere evidentemente utili e buone. Munė pertanto a guisa di opere esteriori il Promontorio co'monti adjacenti di Peraldo e di san Bernardo, riedificō le porte dell'Arco e di san Tommaso, e a compimento condusse le nuove mura, che oggi si chiamano vecchie, incominciate nell'assedio de'Ghibellini. 11 cerchio loro^ compresa la fronte marittima, ebbe sei miglia geometriche. (l).
Un'impresa ancor pių gradita in tale cittā fu quella di allargare la bocca della darsena cavan-
(l) L'anno 1538 si dič maggior perfezione alle seconde mura; e nel 1639 si cominciarono le terze, die al presente si appellano le mura nuove, di quasi dodici miglia in circuito. Impiegaron&i a falle due anni, ottomila operai, e dieci milioni.
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Promontorio Peraldo Bernardo Arco Tommaso Ghibellini
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