La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
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fiore della milizia. Riordinate tutte e tre sopra una sola linea in battaglia, assalirono, non ostante l'inferiorità delle forze, i legni aragonesi ASuesti dava animo un re giovine e libéralissimo quale vedeva combattere, e combatteva egli stesso. Dall'altra parte era il popolo di Bonifacio armato sopra le mura; e sopra i tetti delle case le donne co'lattanti bambini e le fanciulle; implorando dall'alto liberazione. Nuocevano moltissimo agli assalitori le bombarde di terra, agli assaliti certe saette scoccate da balestre più grosse dell'usato. Nel calor della zuffa un marinaio genovese, di nome Andrea e di sopranome Smergo o Magrone, per la grand'arte che aveva a star sotto acqua, cheto cheto si cala in mare con un caschetto di cuoio in capo e un coltello in mano, e così sott'acqua filando inosservato, perviene alla capitana aragonese, presso alla quale sostenendosi con la sinistra a nuoto, e adoperando con la destra il coltello, sega le gomene che ne tenevano ferma e immobile la proda; quindi lieto e veloce ritorna nella guisa medesima al suo legno. Slegata e smossa dalla brezza la nave, comincia a girare sopra di sè; e a tirar seco e confondere quelle che aveva dallato e indietro. Le ciurme stesse benché coraggiose, veggendo il mirabile effetto di una causa non conosciuta, incerte si stanno e paventano. Giovandosi il Fregoso del loro disordine, penetra con lieve danno nelle due file, e oltrepassandole approda alla città che aveva bravamente respintigli assalti nemici; la soccorre di gente, di contante, di munizioni e così adempie la sue promesse. Tanto potero-
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Bonifacio Andrea Smergo Magrone Fregoso
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