La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO QUARTO 107
      no tre soli legni, secondati dall'arte e dallo spirito d'un marinaio 1
      Sopravengono intanto le navi tarde e mancanti per l'aperto cammino; ma siccome non presero parte nella vittoria, così nelle congratulazioni e i meriti delle prime rimangono inonorate. Scoppiane il cuore agli avviliti comandanti; gli Aragonesi parimenti si dolgono dell'ingresso mal custodito; tutti smaniano di segnalarsi quando l'ammiraglio ripartirà. Cinque dì soli dopo il suo arrivo si cambia il vento e favorisce il ritorno; la squadra genovese si muove, i nemici riuniti le si attraversano, sette navi combattono contro tredici galee e dieci navi; mille cinquecento persone contro nove mila e più. Come farà Giovanni a camparne? Egli si ha posta innanzi una navetta carica di zolfo, pece, e legna secche coi marinari sufficienti a governarla, e con lo schifo legato a poppa. Quando la squadra ajutata dal vento è presso a'nimici, i marinari dan fuoco alle materie combustibili della navetta, e saltano nello schifo. Gli Aragonesi si volgon solleciti a smorzarne l'incendio; esce il Fregoso senza opposizione del porto, e dileguasi dalla lor vista. Vivemmo a bastanza per veder rinnovata quest' animosa invenzione ae'Greci eroi de'nostri tempi.
      Mancata però la speranza di occupar Bonifacio, il re d'Aragona fe'vela per Napoli. Ma desideroso di vendicarsene, propose al re d'Inghilterra una lega offensiva contro il duca d'Angiò e contro il doge di Genova.
      Enrico V di famiglia diversa di quella di Odoar-do, regnava con pari gloria in Inghilterra. Privo


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Terzo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 330

   

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