La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      ne delle sue intenzioni; tuttavolta dissimular non dobbiamo l'aneddoto seguente. Quando la vendita di Livorno fu proposta a'consigli, Luca Pi-nelli uomo nobile e autorevole si alzò in piedi e disse: « Che indelebil macchia sarebbe perdere sotto un principe nazionale 'gli acquisti fatti al tempo di un forestiere; perderli per un vile interesse, e fabbricarsi con le proprie mani una potenza rivale. Non mi dilungherò, soggiunse, a mostrare l'opportunità di Livorno; domanderò soltanto, vogliono i casi della patria danaro? Ebbene, tutti i luoghi da me posseduti in San Giorgio, io gli offro a lei, e tutti quelli de'miei amici. Non gitterà questo il contante che promettono i Fiorentini, ma tanto che basta alla pubblica difesa. Ben so l'ambizione e il lusso sfrenato essere due avvoltoi più rapaci assai de' nimici e dei fuorusciti, ma bisogna rivolgersi, illustre doge, a schiacciar loro il capo. Magnifici consiglieri, fate-ne oggi decreto, o altrimenti, dopo aver venduto Livorno, venderete Genova ancora ! »
      11 doge tacque; la vendita non fu approvata. Venne la notte, e i domestici di Pinellilo aspettarono indarno alle sue case. La mattina poi si trovò in piazza di Banchi il suo corpo pendente a una croce con quest'orribil cartello: Quia lo-cutus est verba, quae non licet homini loqui; perchè disse cose che dir non si denno. E il giorno medesimo i Consigli istupiditi ratificarono il mercato. Per buona ventura il silenzio dello Stella e del Giustiniani, scrittori più antichi che l'autor del racconto, ci autorizza a dubitarne (I).
      (I) Gio. Cybo Recco, MS. del secolo XVI.


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Terzo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 330

   

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