La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
• 126 LIBRO SESTOra delle proprie città, dopo avere essi stessi imparato il mestiere, mettevano insieme alquanti squadroni di cavalli, perchè spargono più terrore che i fanti; li cuoprivano di belle armadure, e addestratili in giostra quanto occorreva, stavano sempre disposti, come i legali una lite, a sostenere una guerra, intrepidi della persona, e generosi l'uno con l'altro, ma schivi d'ogni fazione dannosa ai propri interessi. Nel rimanente erano men barbari de'venturieri. Di questa memorabile professione, che per quasi due secoli diede e ritolse stati in Italia, le scuole principali erano due, Braccesca e Sforzesca, la prima nominata da Braccio di Perugia, il quale fu capital nemico de'papi, e l'altra da Attendolo Sforza, che nato in piccolo stato diventò gonfalonier della Chiesa, e gran contestabile del Regno. Si segnalarono in quelle i Caldora e i San Severini di Napoli, i Colonna, gli Orsini, i Savelli di Roma, i Malatesta di Rimini, i Manfredi di Faenza, i Baglioni di Perugia, i marchesi di Mantova e di Ferrara, i Visconti, i Balbiani, i Triulzi in Milano, e nelle guerre fatte da Attendolo a di-fension della Chiesa, uno scrittore coetaneo nomina due genovesi, Andrea di Serra e Rafaele Spinola (I).
Dopo la morte de'primi capi sottentrò al governo dell' armi Braccesche Nicolò Piccinino l'allievo migliore del Perugino, e alla condotta dell'arte il conte Francesco figliuolo di Sforza. Ambedue si posero al soldo del duca Filippo, il
(l) Corio, IV, 317.
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