La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO QUINTO 133
      rentino, appena al mare assuefate), decide della vittoria. Era capitano d'una galeazza di Firenze Raimondo Mannelli. Costui sentendo aura fresca levarsi al calare del giorno, vuole strignersi a terra. Ricusa il timoniere di farlo per tema, se il tempo si muti, di rompere negli scogli. Ma Raimondo, brandendogli un'accetta sul capo, lo costringe a ubbidire. Soave è la brezza; la galeazza s'avventa a vele e a remi contro il fianco sinistro della capitana genovese combattente colla veneziana; e quella con tale impeto urta e percuote, che dà cruasi tutta alla banda. La maggior parte de'suoi difensori precipita in mare; ella s'arrende, l'ammiraglio è fatto prigione, l'altre atterrite; otto vengono in poter dei nimici. Simile fu questa battaglia all'antecedente nella tenuità dei vantaggi. (i432) E le operazioni di terra non avendo prodotti effetti più segnalati, ognuno cominciò a desiderare la pace. Venuto un legato pontificio a Ferrara, per opera di lui si convenne che ritenessero tutti quanto possedevano avanti la guerra; se non che Pontremoli, antica sede de'Liguri apuani, rimase a Genovesi. Parve che il duca amareggiare volesse la gioia di questo successo, richiamando da Genova l'arcivescovo Capra, governatore accetto a ciascuno e protettor del commercio. Opizio di Olzati gli fu successore, uom duro e già conosciuto. Mentre l'Italia superiore tornava in pace, nuove turbolenze spuntavano nell'inferiore (!). Perchè essendo premorto il duca d'Angiò alla regina di Napoli, ella
      (I) Costanzo, XV.


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Terzo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 330

   

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