La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
138 , LIBRO SESTOvenne che una palla tirata dal campo nimico ruppe l'albero maestro del navilio, rendendolo così inabile al navigare, come la galeazza dianzi. Che dolore non fu questo pe' miseri borghesi ! massimamente che Francesco interpretava quel caso a suo modo, e in cambio di ripararvi, faceva trarre il corpo della caracca presso alla parte più debole delle mura, e colmo di sassi affondarlo a guisa d'argine e di scoglio sott' acqua.
In questo si scoprì uno stuolo di navi-, un raggio di speranza ne balenò, ma presto lo tolse la sicurezza ch'erano aragonesi, comandate dall'Infante don Pietro. La cui venuta empiè di tal fiducia Alfonso che avventurarti frutti maturi dell'os-sidione, forse ancor dubitando di qualche armamento in Liguria o in Provenza, comandò senz' indugio un assalto generale di terra e di mare. L'ordine suo fu questo. Dei tre fratelli ch'erano seco, pose don Enrico presso alla chiesa di san Teodoro sotto il monte d'Orlando, e a sinistra di
?uello Giovanni re di Navarra; ingiunse a don ietro, nel cui valore molto fidava, di strignersi con tutte le navi alle mura marittime, e dalle gabbie e da'ponti salirvi al primo segno della battaglia; egli stesso schierò verso la porta di Ferro il grosso dell'esercito preceduto da una torre di legno sì alta che superava il parapetto de'baluar-di. Così fatto, diede il segno avvisato, e d'ogni parte cominciò l'assalimento con grandissimo sforzo. Ma Francesco, Ottolino e gli altri capi, antivedendo questa giornata, avevano compartite ne'luoghi opportuni l'artiglieria e la gente; infino alle donne, rimase ad assistere i feriti, s'ado-
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