La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
• 142 LIBRO SESTOmandarono tosto l'avviso a 'don Pietro, e don Pietro al re, il quale lasciata una guardia numerosa al campo, fece salire il fior dell'esercito sopra quattordici grosse caracche e tredici galee; s'imbarcò egli stesso coi principali della sua corte, e spinse al rombo indicato sopra la gran nave Magnana.
Raro o non mai si troverà un'armata navale ove fossero tanti principi e signori di stato, Alfonso, i suoi tre fratelli, il principe di Taranto, il duca di Sessa, e grandissimo numero d'altri baroni e cavalieri di Sicilia, di Aragona e di Catalogna. Giunti il dì 4 fra l'isola di Ponza e Ter-racina, videro da ponente quattordici navi e tre galee genovesi; ma sopravenendo la notte non si mossero avanti. Il giorno seguente Alfonso spedì una galea ad osservar da vicino i movimenti dei Genovesi. La galea incontrò uno schifo, il quale fe'segno di voler sicurtà. Il capitano aragonese la diede. Mostrandosi allora un trombetta splendidamente vestito, disse esser mandato dal suo ammiraglio a portar pace o guerra a elezione del re. Ma sua maestà farebbe pur bene a pigliare anzi la pace che a tentar la possanza dei Genovesi in mare. Le parole del trombetta mossero a riso tùtti quelli della galea, i quali già sapevano che l'ammiraglio genovese era un notaio. Avuta nondimeno licenza di proseguir suo cammino, colui s'accostò alla nave Magnana, e su quella salito « Serenissimo re, disse, il capitan » generale dell'armata che V- M. vede là fuori, » le fa intendere, come il signor Filippo Maria » Visconti duca di Milano e la repubblica di Ge-
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