La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      152 LIBRO SESTOquando amorevoli sono. Comunque fosse, ci giova credere che i suoi motivi furono se non lodevoli, innocenti almeno; e di ciò ne persuade un tanto valore, che rade volte si scompagna da integrità, inoltre le precedenze del fatto, i sensi della relazione trascritta, il patrio dialetto in cui fu espressa, e l'indirizzo agli anziani piuttosto che al duca. Ad ogni modo siccome il ciel solo tien conto delle rette intenzioni poste in dubbio dall'opere, così i suoi cittadini e fino i compagni della sua vittoria in tale odio lo presero, che dal cospetto loro si tolse per sempre. Il duca l'onorò grandemente, gli Conferì il feudo di Serravalle, e nominoilo governatore della città di Milano. Con rifiutar queste grazie avrebbe dileguati i sospetti della propria nazione; accettandole, gli accrebbe.
      Ma innanzi a questo il re Alfonso fu condotto da Savona a Milano. 11 che divolgatosi, insieme con le particolarità della battaglia, gli altri principi italiani dubitarono, che obbligandosi Alfonso a cedere il regno per racquistare la libertà, il duca Renato non rimanesse più che sovrano di Napoli, vassallo di Filippo, e quasi strumento a farlo signore di tutta l'Italia. Ma il caso portò al trimenti.
      Filippo Maria Visconti, cui tanti governi e tante città temevano, aveva sortito dalla natura una debolezza di nervi così fatta, che all'improvviso vedere qualche persona straniera, o conoscente eziandio, turbavasi mirabilmente in volto , e a favellare costretto, pareva tutt'altro da quello che egli era, pronto d'ingegno e forte di volontà. A


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Terzo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 330

   

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