La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO QUINTO 155
berazione a*consigli, quest'atto di gratitudine fufiudicato un' offesa della ducal dignità, e condursi ovettero fino in Milano a modo di ostaggi e prigionieri. Nondimeno diverse cagioni tenevano gli animi dubbiosi. Novi, Gavi, Voltaggio, Fiaccone importanti presidii, erano guardati da'Milanesi. Oltre a ciò i castelli di Pontedecimo, di Morigallo e dj Bolzanetto in Val di Poi caverà, il forte del Castelletto in città, due fortezze a Savona, e due altre alla Spezia in loro potere. Potevasi rovinare del tutto la patria, se non si riusciva a superar uegli ostacoli, e riuscendo, si correva pericolo i riaccender le antiche discordie. A chi ricade-rebbe il governo della Repubblica? A quelle stèsse famiglie che alla prima occasione ne farebbono mercato. Così ragionavano gli amatori della quiete.
Ma Francesco Spinola essendo tornato in questi dì da Gaeta, avvalorava l'opinione contraria: costui o avesse sperato una mercede, che i nuovi disegni di Filippo gì'intercludevano, o giudicasse non potere altrimenti lavare la macchia dell'assedio di Genova che con liberarla , in tutti i suoi ragionamenti esagerava le ingiurie ricevute dai Genovesi, i loro capitoli violati, manomessi gli avanzi dell'antica potenza; dell'oro e del sangue loro giuocato quando in una parte quando in un altra; rivocati i buoni governatori, mantenuti e premiati i malvagi, e principalmente quel fiero e frodolente Olzati. Viltà, non circospezione essere quella di anteporre a'cimenti generosi una lenta agonìa; nè carità della patria, ma Toro, l'oro sol di Filippo dare ad intendere, che sottraendosi al giogo presente, peggioreran condizioni. Havvicondi-
)d
| |
Milano Gavi Voltaggio Fiaccone Milanesi Pontedecimo Morigallo Bolzanetto Val Castelletto Savona Spezia Repubblica Francesco Spinola Gaeta Filippo Genova Genovesi Olzati Toro Filippo Nondimeno
|