La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
• 156 LIBRO SESTOzione peggiore di quella in che si trovavano allora? Dovere, quando altri vuole, combattere, vincere per lui, per lui morire; non potersi delle robe proprie valere, vedersi abbandonati nelle cose avverse, nelle prospere spogliati; onori, acquisti, prigionieri di guerra tutto rapire Filippo. Eppure chi da lontano parea sì potente, essere debolissimo da presso, senza amici, senza legittimi eredi, sospettoso d'ogni cosa, e difeso soltanto dall'armi mercenarie. Armi proprie avevano i Genovesi, e di qual virtù Gaeta e Ponza il mostravano a bastanza, e lo proverebbe sol che il volessero, una gente straniera e indisciplinata.
I capi della plebe entrarono in questa sentenza; convennesi di cercare altri compagni, i quali furono molti, e tutti, cosa in tali congiunture rarissima, fedeli. Di poi si ragionò del modo e del tempo. 11 primo disegno era di assalire a mano armata il governatore. Lui tolto di mezzo, non si dubitava che il presidio si sbanderebbe da per sè stesso. Il tempo, com'è solilo de'congiurati, pareva opportuno quello di qualche solennità, e fu presa fa sera del riatale, quando soleva una gran moltitudine ragunarsi in palagio, parte per andare co'magistrali a complimentare il governatore, parte per vedere chi andava. Ma giunta l'ora prefissa, o manchi nei congiurati dispersi l'ardire che sentonsi uniti, o l'orrore del sangue e il timore della pena sbigottiscano i più risoluti, nessuno si mosse. Spedirono quindi a Tommaso Fregoso dimorante in Sarzana rinvilo di concorrere all'impresa, promettendogli il ducato. Poco appresso si pentirono dell'imbasciata, temendo non li sco-
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