La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO QUINTO 159
gli aspri governi. Quanto più alto avevano lui sollevato, tanto più forte aveva loro depressi, rotti i patti più sacri, inimicati tutti gli stati italiani contro di loro; improbi e corrotti governatori mandati, lasciando più in uffìzio i più ribaldi, e principalmente quel violentissimo e rapacissimo carnefice Opizio Olzati, il quale facea lutto a capriccio e niente senza danaro; caricava d'ingiurie il loro senato, solito venerarsi da'più grandi monarchi; carcerava, straziava chiunque gli dispiaceva, e rapiva, mediante i suoi truci famigli, le più ritirate donzelle. A'deputati per richiamarsene, o l'andare era stato interdetto, o l'udienza. Così#alle cose domestiche; nè meglio aveva provveduto all'esterne, eleggendo in occasione d'armamenti navali commissari ignoranti o turbolenti, il cui perverso governo perdè tanti buoni Genovesi a Sorgat. Quando lasciò in lor facoltà l'elezioni, come avvenne a Gaeta, usò poi ogni frode, ogni ingiustizia per rapire i frutti della vittoria, e soffocarne, se fosse possibile, fin la memoria. Nè a questi danni contento, voleva pur costringerli con nuove spese e nuovi pericoli a rimettere l'acerbissimo loro nimico in quel regno, donde la salute del popolo genovese pendeva, e donde lo avevano pochi mesi avanti cacciato con tanto sangue e travaglio. Aggiugnesi a tutto questo l'iniqua carcerazione degli amba-sciador Gaetani contro il sacro diritto delle genti, la disegnata missione di Benedetto da Forlì all' imperadore di Costantinopoli per venderglieli le colonie orientali, la promessa di Bonifacio, preziosissimo municipio, al capitale loro nimico,
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