La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO QUINTO !f>3
      del Regno, parendo loro (sono parole degli storici napolitani) di avere quel medesimo vantaggio che avevano avuti i loro compatriotti alla battaglia navale di Ponza (I), cioè di valere l'uno • per dieci.
      L'evento confermò la speranza; perchè distribuitisi ovunque gli Aragonesi potevan dar la scalata, opposero per tutto un' invincibile difesa; e alcuni di loro avendo trasportato sul campanile della chiesa del Carmelo un pezzo d'artiglieria, lo drizzarono verso il campo così per l'appunto, che una palla colse l'infante don Pietro, mentre cercava lungo le mura un luogo agevole all'assalto. C?dde poi sì gran pioggia, che allagato tutto il paese all'intorno,-i ni mici dovettero levarsi dall'assedio ventinove dì dopo (i443) averlo posto. Rifecerlo due anni appresso, e per uno smaltitoio del pubblico acquiaotto, che il muratore solito a lavorarvi appalesò, rimisero piede nella metropoli diciott'anni addietro perduta.
      Come allora don- Pietro, così in quest'oppugnazione Renato si ridusse a Castelnuovo; salì la notte seguente sopra due galee genovesi, e uscì per sempre di Napoli..Non è da tacere il bellissimo esempio di lealtà ch'ei diede in partendo. Nel tempo delle migliori speranze aveva tolto in prestanza da Antonio Calvi genovese una grossa somma di danaro, e non l'avea restituita. Dunque nell'atto di montare in galea gli scrisse di prò prio pugno una lettera, ove l'abilitava a compensarsene, vendendo agli Aragonesi l'altro cali) Costanzo, XVII, 374. Giornali Napolet. XXI. S. R. I.


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Terzo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 330

   

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