La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO SESTO 169
      di un centinajo di consiglieri, tutti gli Alberghi de'nobili, tutte le compagnie de'mercanti e degli artefici.
      Il cancelliere disse loro, che gravi inconvenienti nello stato, e massimamente il tumulto insorto il dì innanzi in diversi quartieri, rendevano trista testimonianza, come la repubblica non poteva aver pace sotto due capitani.
      Che il magnifico Rafaele Adorno principalissi-mo autore di quel dolce e popolare governo, mostrandosi persuaso della necessità di una qualche riforma, desideravano i difensori della libertà che si facesse, e però invitavano tutti i cittadini presenti, e sopratutto i dottori di legge a indicarla liberamente.
      Era chiarissimo ciò che si voleva; pure convenne udir lunghi discorsi sopra la necessità di un doge, e che un doge qualunque poco sarebbe, se la prudenza non fosse e l'integrità del magnifico Adorno, il quale faceva più onore a'pubblici uffizii, che non era onorato da quelli; Ma uali regole avrà Rafaele? gridò la moltitudine.
      gì'indettati risposero, le regole poste al doge Giorgio suo padre con cjue'temperamenti che la diversità de'tempi e de costumi consiglierebbe! Così venne approvato. Non era deciso nè altrimenti proposto chi presentarli dovesse. Il nuovo doge e gli anziani supplirono all'apparente dimenticanza, nominando due nobili, un mercatante e un conciator di pelli. L'opera di questi riformatori fu compiuta in un mese. Stabilirono che il doge godesse le franchigie, e dove avea prima lire 85oo di provvisione, ne avesse per


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Terzo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 330

   

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