La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
176 , LIBRO SESTOAcsala professava con ingenua pietà in mezzo del campo tartaro la religione de' suoi avi; amava egli dunque ancor la sua patria.
Ondeggiavajntanto Timur, maomettano di setta, fra due contrarie passioni; lo sdegno che i Turchi senza rendergli omaggio continuassero ad ingrandirsi, e lo scrupolo di sturbare un'impresa tanto meritoria appo il profeta, quanto il rapire a'cristiani la prima città dell'Europa. Alla fine i consigli di Acsala secondati dall'amor proprio prevalsero; e un di che l'Ottomano accampato sull'estremità dell'Europa faceva rassegna de'rinforzi giuntigli dall'Asia, ricevè questo breve messaggio da Tamerlano. « Gontèntati di ciò che occupasti finora, e all'acquisto rinunzia che ti fa ammattire ». Venga egli a tormelo, rispose fremendo al tartaro messo; e quando non possa, sia testimone al vitupero di sua legittima donna!
Gli Orientali non hanno imprecazione più fiera. A sostenerla Baiazet si levò da Costantinopoli con quattrocento mila Turchi, e per ismentirla Timur riunì ottocento mila Tartan. Si scontrarono nel gran piano di Angura in Galazia l'anno i4oa, combatterono il dì 28 di luglio; l'esito è a tutti noto. La prigionia e la gabbia di ferro, ov* è generale opinione aver Baiazet terminati ì suoi giorni, sono anch'oggi recate nelle storie orientali come il più memorabile esempio dell'umana fragilità. Da Angura Timur, non sazio ab-cor di vendetta, s'inoltrò fino a Smirne ultimo confine degli stati ottomani e della terra ferma; donde sicuro dall'imprecata vergogna tornò l'anno i4°4 al centro dell'Asia. L'immaginazion si
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