La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SESTO 177
confonde a questi immensi viaggi con eserciti immensi, guidati da un zoppo settuagenario. Bastagli il riposo di un anno per incamminarsi contro i Cinesi settentrionali. Ma l'aspettava a' confini il comun fato de'vincitori e de'vinti; la morte di un Tartaro salvò l'imperio cinese, e rinvigorì l'ottomano.
Rimanevano di Baiazet cinque figliuoli, Mu-stafà ferito nella giornata di Àngura, Isa, Solimano, Musa e Maometto. Costoro deboli ancora e l'uno dell'altro nimici, ricercarono l'amistà dell'imperador Emanuele; il quale sperando più che nelle sue armi nelle lor dissensioni, si tenne in pace con tutti. Ciò diede tempo a Maometto I di spogliare e tor di mezzo i fratelli. Dopo la morte di lui nel i^ii Amurat li stio figliuolo gli succedette nell'Anatolia, mentre un Mustafà, vero o supposto figliuolo di Baiazet, s'impadroniva degli stati turchi in Europa; lo stretto di Gallipoli era fra mezzo. Non potendo l'attivo Amurat traghiltarlo perchè non aveva navilii, ricorse alla colonia genovese della Pocea proprietaria di sei grosse galee, rimettendole gì'imposti tributi se lo compiaceva, minacciandola di ferro e fuoco se ricusava. Il suo podestà avéa nome Giovanni Adorno di Giorgio stato doge.Quest'uomo, a giudizio dei greci scrittori (*), come un giovine ardito, e quanto un vecchio prudente, obbligò la sua fede, e levato dal lido Amurat co'soldati di lui, si mise in mare. A mezzo il canale scontrollo uno schifo di Mustafà con questo messaggio,
(1) Michael. Ducae nep. XXV.
SsnKA, T. III. 12
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