La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
• 192 LIBRO SESTOVentimila braccie a ciò preparate trassero a terra i navilii, e ungendone sì la carena come le tavole sottoposte, gli strascinarono per monte e valle fin presso alla foce dell'Acquedolci, quasi nel fondo del golfo, dove nuovamente le vararono in mare. La distanza dall'uno all'altro lido è circa di nove miglia; l'opera fu d'una notte. Vedutone il buon successo, Maometto fe' tosto gittare nel medesimo luogo un ponte lungo cento cubiti, e largo cinquanta, sostenuto da botti e da travi concatenate insieme. L'uno de' capi metteva al campo di Zagan presso Galata, l'altro all'opposta ripa verso la porta Fanaria. Rimpetto a quella di San Romano le forze riunite di sessanta buoi e di quattrocento schiavi piantarono la bombarda massima, contenente in un diametro di dodici palmi secento libbre di pietre. Dinanzi al lato sinistro del ponte diè fondo la squadra anzidetta inatto di fulminare chiunque dalla bocca del porto osasse appressarsi. Così Costantinopoli fu investita da ponente e da levante, di terra e di mare.
Al capitan generale importava moltissimo distruggere il nuovo ponte. Fa dunque apprestare una barca incendiaria protetta da cinque galeotte; sceglie egli stesso le ciurme, e l'impresa commette a Iacopo Cocco veneziano, come pratichissimo dei fuochi artificiali. Ma, colpa de' venti o del direttore, il piccolo stiiolo, in cambio di arrivare la notte, non giunge al luogo prefisso, se non col-l'alba. Erano \ primi dì di maggio; e com'è ben noto,ne'paesi orientali aggiorna più presto. I Turchi scoperto il nimico, avvicinare lo lasciano al
'
| |
Acquedolci Maometto Zagan Galata Fanaria San Romano Costantinopoli Iacopo Cocco Turchi
|