La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SESTO 193
piè del ponte, e a un dato segno scaricano le grosse bombarde sul legno incendiario, l'artiglierie minori sulle galeotte. Affondasi il legno, le navi fracassate si mettono in fuga. Centocinquanta Genovesi, il fiore della gioventù e la speranza della patria, in questa sventurata impresa cadono estinti Onde nacque discordia fra i Genovesi e i Veneziani; ma riusci all'imperatore di rappattumarli.
Commovente fu il discorso ch'ei tenne in tal congiuntura. « 0 Genovesi, miei fratelli onorati, » uomini bellicosi e magnanimi, ignorar non po-» tete come questa città è tanto vostra che mia. >5 Voi altre volte le recaste ajuto, e col vostro pre-» sidio intatta la serbaste e sicura da'suoi barbari » nemici. Oggi, oggi è tempo più che mai di far » palese l'amor che portate a Cristo nostro Signo-» re, e la fortezza e l'animo invitto che alberga » in voi. Per quel santissimo Nome calmate i vo-99 stri sdegni, abbracciatevi co'Venezian'^etutt'in-99 sieme siate testimonii e parte di quella gran gior-99 nata, ov'io acquisterò la vittoria o perderò la 99 vita 99. Con simili parole acquetò pure i Veneziani.
Fortunatamente il male più temuto non è sempre quello che vi arreca più danno. Costretti i Turchi a guardarsi da'Galatini passarono in piccole schiere il ponte, e tardi assalirono la porta Fanaria; così parimente lo stuolo leggiero con tante fatiche introdotto nel porto, non fece altro effetto che arrestare qualche fuggitivo. Oltre a questo la bombarda massima, alle cui scariche la terra tremava un miglio d'intorno, sparò solamente otto volte in ventiquattr'ore, e poi crepò.
Serba, T. IH 13
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