La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
• 194 LIBRO SESTODa ultimo un'altissima torre piantata verso il baluardo di San Romano, e provveduta di tutti gli artificiisì antichi come moderni, in poche ore fa arsa e incenerita. Stupì ognuno che le grosse fasce di cuoio ond'era coperta, non l'avessero preservata; e uscì di bocca al Gran Turco, che trentasettemila profeti non glie l'avrebbero dato ad intendere se non l'avesse veduto. Giaur! (0 Vili infedeli, gridò voltandosi a'suoi bombardieri cristiani, o trovate altr'ingegni di distruzione, o vi farò sminuzzar tutti quanti come paglia battuta 1 I quali sospesi fra la vita e la morte moltiplicarono le artiglierie, e il segreto trovarono di scaricarle senza gran danno. Piovevano allora i fuochi artificiali e le palle nella città costernala. Quattro torri che difendevano la porta di San Romano si diroccarono, e s'aperse pur la cortina; idifensori si ritrassero dietro a un parapetto lavorato di giunchi e di cuoio. Allora Maometto fece offerire all'imperatore il quieto governo di una gran provincia, purché cedesse incontanente la città. A cui Costantino, dopo breve consiglio coi capi di guerra, rispose che voleva bensì darne un forte riscatto, ma cederla mai. Dopo quest'animosa risposta andava solennemente a ricevere nella basilica di santa Sofia gli estremi conforti della religione; di preghiere e di gemiti suonavano tutte le chiese; le strade eran quasi deserte. Ma il capitan generale cresceva in ardire fra i pericoli e i lamenti; passavate notti a riparare le breccie, i
(I) Sopranome che i Turchi di gran condizione danno ai cristiani.
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