La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
200 LIBRO SESTOza te con molta spesa e fatica da Niccolò V. L'armata turcbesca esaltata dalla prosperità andò loro incontro, e le ruppe e disperse.
Maometto diè quattro giorni a saccheggiare e vilipendere Costantinopoli; al quinto entrò in Pera senz'opposizione. Ma dove, a giudizio di tutto l'Oriente,si credeva sfiorare i magazzini più abbondanti e l'industria più viva, ei non trovò che miseria, spopolazione e muto spavento, soliti a pullulare sotto i piedi de' conquistatori. Perciocché non si tosto la sventura di Giustiniani fu nota, che ognuno trafugò la sua roba; i ricchi e forestieri mercanti fuggirono, e le navi da guerra e da traffico, tagliate le gomene, si dileguarono, invano opponendosi e spergiurando che non patirebbero il minomo danno, un agà turco speditovi a tale effetto. 11 podestà console della colonia, impetrata udienza dal soldano, non senza qualche coraggio gli rammemorò l'antica pace con Orcane e Amurat suoi predecessori; ma ricevutone un aspro rabbuffo, si ritirò confuso. Due volte l'infelice sobborgo fu visitato da Maometto. Nella prima ei concesse a' borghesi un proprio giudice; ma volle che si registrassero tutte le merci e le teste ancora rimastevi, e s'intimasse il ritorno ai fuggitivi infra sei mesi sotto pena di con-fiscazione. La seconda volta fece atterrare la torre di Santa Croce con le fortificazioni di terra, lasciando le marittime intatte. Si tolse altresì le bombarde, le armi sì pubbliche come private, e le munizioni da guerra. E dove da oltre a due secoli balenavano la Croce vermiglia e san Giorgio, giocondissime insegne della Signoria genovese, piantò la luna falcata degli Ottomani.
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