La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
• 210 LIBRO SESTOsignificogli in un Breve, e delle forze donategli dalla Provvidenza e dalla Santa Sede, si valesse contro a coloro che l'imperio orientale distrutto, stavano per occupare il baluardo dell'Occidente, l'Ungheria. A quest'autorevole messaggio s'accompagnò una di quelle catastrofi della natura,le quali persuadono a'potenti della terra, che sono polvere anch'essi. Fu questo il terremoto più orrendo che mai si sentisse per molti secoli addietro; onde caddero molte città del Regno, e infra l'altre Brindisi popolatissima. Cadde in Napoli l'arcivescovato con varie chiese, e più di quaranta mila persone rimasero sepolte sotto le rovine 0).
Adunque il re Alfonso richiamò le genti che aveva in Corsica, fe' pace co'Genovesi, e armò contro i Turchi una squadra di navi di smisurata grandezza. Armò ancora il pontefice uno stuolo di galee, e gli altri potentati promisero di voler essere tra'primi col consiglio, co' danari e con gli uomini in difesa e sostegno della cristianità vacillante. L'elemosine a tal fine raccolte in Italia furono un tesoro. Or mentre queste cose si apparecchiavano, un frate di san Francesco, Giovanni da Capistrano, riunì col solo mezzo di una popolare eloquenza quaranta mila Tedeschi, frati, contadini, scolari, sotto il vessillo della croce; Giovanni Unniade gli esercitò al maneggio dell'armi, e ambedue li condussero a liberare l'importante città di Belgrado, la quale il vincitore di Costantinopoli oppugnava con ispavente-voli forze. Durò la battaglia campale dal tramon*
(1) Costanzo X.
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