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La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
212 • LIBRO SESTOsommerga, incendi le navi del violalor della pace. Giovanni va dritto in Sicilia, corre le sue co* stiere,poi quelle della Calabria; e non trovando legni nemici, perchè Alfonso aveva loro ingiunto di ricoverarsi nei porti, raccozza per via altre galee procedenti da Egitto, e quelle fornite ad uso di guerra, torna addietro risoluto di dar compimento alla sua commissione fin dentro al porto di Napoli. 11 re che più d'ogni altro donava alle spie, ha subito avviso di questo; manda Bernardo Yillamarino con tre agilissime galeotte per iscoprire e trattenere l'armata genovese.Frattanto comincia a fortificare e chiudere il porto, facendo gettare dal molo grande al piccolo un argine di sassi ammonticchiati, e dov'è rimasto un passo aperto, fa stendere una doppia catena, e soldati e artiglierie distribuisce in guisa che possano insieme difendere il molo, il porto e le navi Due giorni si lavorò senza inquietudine, ma il terzo, non finiti ancora i ripari, e«co rannata genovese che spunta dal capo Miseno. A tal vista, tutto Napoli è sossopra, il timore accresce il pericolo, tanto che lo storico napolitano, onaè tratto questo racconto, afferma che, se Fieschi continuava dritto al porto, avrebbe potuto incendiarlo 0). E in vero il re Alfonso ebbe tanta paura, che fe'tirare a secco nell'arsenale le navi piccole, e le grandi cuoprire tutte di cuoio infioo agli alberi. Ma l'ammiraglio voltò verso Procida, guadagnato, secondo ne scrive Tristano Caraccio* lo, da'regii doni, o bisognoso, secondo il Fazio,
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