La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SETTIMO 227
principe. Accetta adunque, conchiuse l'amba-sciadore, accetta con lieto animo e pio in nome della chiarissima repubblica di Genova questo regio scettro. Ricevi questo glorioso stendardo che vinse tante bellicose nazioni, e nella gloria e nella felicità de'Genovesi riponi per l'avvenire la tual Prendi finalmente queste chiavi, e piacciati di rammentare, che indarno esse ti aprirebbero le porte della nostra città, se non ti avessero già aperta la via de'cuor nostri la gloria del tuo nome, l'esempio delle tue virtù, e le sacre promesse che tu ne facesti, ottimo principe, di giustizia, di libertà vera e di pace! » 0).
Diede il duca a Galeazzo lo stendardo, a Filippo le chiavi, a Sforza Maria i sigilli, e impugnò lo scettro; poi senza aspettare la meditata risposta di un suo consigliere, quasi improvvisando rispose essergli grato l'uffìzio della legazione, più grato ancora il suo favellare. Sempre aver desiderato il vero bene de'Genovesi, e ai mali lor compatito. Tanta essere la vicinità e la corrispondenza fra la Liguria e la Lombardia, che i beni come i mali erano comuni; ma fossero anco disgiunti e stranieri, un'antica e dolce inclinazione il portava a riverire ed amare il nome genovese; quanto più allora che all'inclinazione s'aggiungeva il dovere! Tutte proporsi le cure di padre per la felicità de'novelli suoi figli, e sperare che fin la memoria delle passate calamità fia estinta; sperarlo in virtù di quell'altissi-
(1) Bernig. Fiorenf. Orat. d'uomini illustri. Golhard'i Sfellae Colleclan. MS. penes nós.
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