La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SETTIMO 229
non opprimesse i Genovesi. Pur che governo è mai quello il cui pregio maggiore è non opprimere f che non t'illumina, non ti conforta, e una parte delle sue forze non t'offre, per restaurare le tue? Galeazzo nè pur ci pensava. Sull'esempio del principe una general trascuraggine intormentì i membri della Repubblica e fino il vigilantissimo San Giorgio ne fu colpito; talché la bella colonia di Famagosta dà due anni assediata senza esser soccorsa, si diede nel terzo a Iacopo di Lusignano.
Lo stesso fato pendea sulle ricche colonie della Crimea. La difficoltà di conservarle dopo la perdita di Costantinopoli era tale, che l'averle ancora tenute tredici anni, fu l'ultima riprova dell'ottimo loro governo. Arrossì la metropoli di non imitare tanta costanza, e da principio tentò due spedizioni per mare, le quali passarono animosamente lo stretto di Costantinopoli signoreggiato da'Turchi; e attraversato a gonfie vele il mar Nero, entrarono salve fra numerose acclamazioni in Caffa, ove Paolo Raggi era console. Ma il Gran Signore fece alzare sull'angusta bocca del Bosforo due formidabili batterie che la difendono anche oggidì. Convenne dunque rivolgersi a'soccorsi di terra. E i protettori di San Giorgio 6oldarono cinquecento cavalieri Ruteni sudditi di Casimiro re di Polonia 0); se non che al loro passaggio nelle terre de'Volinesi, questi popoli guidati dallo Starosta di Braclaw gli sterminarono, incolpandoli d'avere abbruciato un villaggio
(1) Cromer, hist. Polon. XXV, 379. Raynald. A. 1456 et
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