La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SETTIMO 231
me si erano conciliata la confidenza e il rispetto de'Tartari, questi discordi fra loro, e fra i vicini seminando discordie, facili a presumere quanto a impaurire, perdettero la stima de' popoli e il credito della colonia.
Se mai fu tempo che richiedesse ottimi magistrati, certo era questo, che una leale amicizia co'Tartari e un governo potente, coraggioso, unito potevano soli far argine a Maometto II, il quale tornato a Costantinopoli dopo la rotta e la ferita ricevuta a Belgrado, spiava ogni occasion favorevole di conquistare le province del mar Nero; e principalmente agognava alla Crimea, emporio del commercio sbandito dalle sue conquiste. I Tartari del Kaptciak avevano scosso il giogo dei successori di Tamerlano, e costituito diversi regni o imperii di Casan, di Astracan e di Crimea. Il fondatore di quest'ultimo regno era stato Hadgì Gherai discendente da Tocktamisch, quello stesso Hadgì che aveva sconfitto Carlo Lo-mellini a Solcat. Esso lasciò sette figliuoli e l'ordine di successione incerto. (1474) U consolo Squarciafichi col suo consiglio prese le parti di Mengli-Gherai, quantunque fosse il sesto genito. Costui di età ancor tenera era rimasto prigione de' Genovesi in una di quelle scorrerie frequenti che fanno i Tartari anche in tempo di pace. Il padre non si era mai curato di riscattarlo. I magistrati e i consoli annuali di CafFa, costanti alle massime di antica bontà, anzi che avvilirlo con modi umilianti, lo avevano allevato da principe in tutti gl'idiomi opportuni al suo stato, nell'arti cavalleresche e nelle scienze. Se nella religione
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