La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO SETTIMO 235
mezzo un numero grande di Genovesi, non era però stalo possibile di tutta esterminare una nazione, che due secoli interi avea dominato nella penisola. Fra paludi mal sane si erano occultati non pochi. I quali sentito l'arrivo di Mengli, gli mandarono in dono il meglio de'loro avanzi, pregandolo ad aver compassione e intercedere loro la grazia del Gran Signore. Alcuni gli erano stati maestri, altri condiscepoli e conoscenti presso che lutti. Egli promise ogni cosa;anzi invitolli a trasferirsi nel vecchio Crim per assistere alle feste della sua restaurazione. Non parve loro di poter dubitare, e andarono. Ma non sì tosto furono in Crim, che il perfido gli chiamò al suo cospelto, rinfacciò loro con fiere parole l'antica sua prigionia, e incolpandoli di tradimento, li fe'tutti uccidere dalle sue guardie, trattone qualche amico più caro di gioventù. Le teste recise furono presentate da un Tartaro a Maometto, e si videro lungamente appese alle porte del Serraglio.
Così fu rotta nel punto più dilicato la lunga catena delle colonie e fattorie genovesi, che forse, se non era un Maometto II, avrebbe durato ancor lungamente. Così fu chiuso il vastissimo commercio del mar Nero, aspettando un'altra potenza liberatrice 0).
I mercati dell'Armenia, della Colchide, della Tartaria, della Persia e della Cina, non soslenuti,
(I) L'augurala liberazione non ebbe pieno effetto, che nell'anno 1829 mediante la pace di Adrianopoli fra la Russia • la Porta Ottomana.
by G00gle
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