La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      CAPO SETTIMO 237
      sopra i suoi coetanei ardito, comunicò ad alcuni amici lo sdegno che ne avea conceputo; e sorprese una notte le porte di San Tommaso, si mise con loro a gridar libertà. La moltitudine non suole commuoversi innanzi al fatto; onde ben pochi concorsero alla sua voce; anzi una deputazione di artieri andò a pregarlo che non esponesse le loro botteghe al bombardamento e al saccheggio. Vi pentirete un giorno di aver perduta questa bella occasione, lor rispose; e scaltramente ottenuto per sè e i compagni un salvo condotto, si partì per la Toscana. 11 pronostico non andava fallito, se l'ingiusto disegno che Gentile non avea potuto in Genova, un caso inopinato non l'impediva in Milano.
      Andrea Lampugnano, Carlo Visconti e Girolamo Olgiati erano stati alla scuola di un vecchio maestro, il quale abusando della classica letteratura persuasi gli aveva a giurare, che ammazzerebbero un giorno qualunque si fosse, il despota de'Milanesi. Si scolpì ne'teneri animi la memoria del giuramento. Usciti che furono dall'adolescenza, il duca Galeazzo negò un'ereditaria badia ad Andrea, offese due parenti di Girolamo e di Carlo; talché il dolore delle private ingiurie esacerbò le pubbliche. La morte del duca fu indi innanzi il tema di tutti i loro ragionamenti. Usarono ancora, per assuefare le braccia inesperte al sangue, di colpirsi l'un l'altro con le guaine de'loro pugnali; e in fine proposero di eseguir la congiura nella chiesa di Santo Stefano, che Galeazzo solea visitare con grandissima pompa il dì della sua festa. Toltolo di vita volevano con-


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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Terzo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 330

   

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