La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
CAPO OTTAVO 243
schi, veri esemplari di moderazione. Ciò fu approvato a pieni voti. Roberto e Donato grati del dono e certi deli'affezion popolare, entrarono in città senz'armi, e il simigliante usarono i princi-
{)i Sforza; tanto che al portamento cortese, ai ieti e spontanei saluti diresteli non forestieri, non capaci di esercito vittorioso, ma benemeriti cittadini. Dopo alcuni di di riposo i Fieschi e i Fregosi furono assaliti ne'monti, lbleto rimase prigione, Paolo e Tommaso fuggirono, l'uno a Roma, ove Sisto IV lo creò cardinale, l'altro in Corsica, dove le parentele della consorte ch'era isolana, e la memoria de'suoi maggiori stati governatori, gli procacciarono molte aderenze. Ma la fortuna il tradì nuovamente, dandolo in mano ad Ambrogio Langasco, capo della parte contraria in quel regno.
(1478) Con tutto ciò il governo di Prospero Adorno non riuscì quieto e felice secondo le sue promesse. Intima corrispondenza passava fra lui e i capi dell'esercito lombardo. Ritornati costoro a Milano, invece delle grate accoglienze che si ripromettevano, scopersero difGdanza. nella vedova duchessa, e gelosia nel principale ministro. Non guari dopo accagionati di ree pratiche, Donato del Conte fu tradotto in carcere, i principi confinati in diverse città, e Roberto da San Severino costretto a fuggirsene. Prospero Adorno non ne campava se non era temuto. Ciò ben conoscendo, egli entrò in trattato con Sisto IV pontefice, e con Ferrando re di Napoli vincitore degli Angioini. Sisto e Ferrando erano nimici della duchessa di Milano, perchè costante nelle idee
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