La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
248 CAPO SESTOrare con più costanza gì' incomodi dell' ossidione,
sicuri, che in brevi giorni saccheggieranno a lorotalento una delle più ricche e popolate città del
mondo.
Infìno alle pietre si sarebbero commosse in udir questa lettera; tutte le classi de'cittadini fremettero altamente. E così non l'avessero mai dimenticata! perchè i tempi e i governi si possono mutare, ma la sorte de'popoli che non si difendono, è sempre la stessa ! I nobili dunque, i mercatanti, gli artefici tutti corsero a difendere la bastia pericolante (9 di agosto). Gli assalitori durarono settore nelì' oppugnazione, tre volte rinnovarono con gente fresca l'assalto, ma vennero finalmente costretti a ritirarsi; e d'uno in altro monte varcando si disordinarono a segno, che la ritirata era simile a una fuga. Il popolo voleva inseguirli, quando Roberto sonò a raccolta, o temesse qualche rivolgimento di fortuna, o grato 11 —wai ìiuu .®lco«o «1 loro esterminio. Con-tutlociò i fieri villici dell'alta Polcévera, quei di Morgo, di Voié, della Serra, non si rimasero di uccellare coloro cbe maltrattati e spogliali gli avevano nella loro venuta. Suonavano que'poggi e valloni di altissime grida ogni volta che qualche nimico cadeva morto, o s'arrendeva prigione. Un esercito così florido in prima, tornò in Lombardia scemato di metà e quasi nudo. Savignone e Torriglia furono ricuperate, e ciò che sempre indebolì lo Stalo, restituite a'feudatari. Ottennero oltre a questo i Fieschi diverse prerogative ereditarie, che un savio governo appena concede a vita.
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