La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
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ANNOTAZIONIpresse e gliela mandò in dono. Fu ricevuta con alta venerazione, e custodita in un bellissimo vaso d'argilla, sì da quel principe come dal suo figliuolo; ma i lor successori essendo tornati all'idolatria, il vescovo che allora sedeva in Edessa la trasse dal luogo ove stava al cospetto di tutti e occultolla. Di poi quando Edessa fu venuta in poter dei Romani, e Cosroe II re della Persia l'ebbe assediataci! vescovo di quel tempo, Eulalio di nome, ne fece ricerca, la ritrovò, e confortò il suo popolo a sperare in lei.
Come lo storico Evagrio, così il pontefice Gregorio II ne tenne discorso nella sua celebre lettera dell' anno 726 all'imperadore Leone detto l'Isaurico, affinchè si persua» desse, il culto delle sacre immagini esser coevo alle prime età de'cristiani. Indi a pochi anni ne fu letta la storia nel settimo Concilio ecumenico, e que'dotti Padri l'udirono con generale approvazione. Adriano I citolla nella sua epistola apologetica al re Carlo di Francia, e per tacer di molti altri, Costantino Porfirogenelo, che resse l'Oriente nella prima metà del decimo secolo, ne stese un'intera orazione. Lo slesso imperadore le attribuì non pochi miracoli, fra quali addurremo il più antico, di avere incendiate le macchine belliche de'Persiani, e il più recente, di aver liberato un demoniaco. Nacque dal primo la volgare credenza eh'Edessa in man de'cristiani sarebbe sempre inespugnabile, credenza ch'essi forse disgiunsero dalla pratica di sode virtù, e che certo i Saraciui non rispettarono, impossessandosi della città verso gli anni 63g. Nemici costoro delle immagini sacre, perdonarono a questa sperandone un largo guadagno a cagione de'pellegrini che accorrevano a venerarla; e l'emir o governatore dell'anno 944 caramente vendèlla a Costantino Porfirogeneto e a Romano Lecapene imperadori. La sua traslazione a Costantinopoli il 16 di agosto fu quind' innanzi una festa solenne nel greco Menologio. Ora due città italiche si vantano di possederla, Roma e Genova. Il cardinal Baronio, p. 46 del tom. XVI de'suoi annali, dice così: «Venute le guerre,e la stessa città di Costantinopoli presa e spogliata aa'nimici, accadde per divina provvidenza che la venerabile immagine fo^se trasportata a Roma, ove tuttodì si venera nella chiesa di san Silvestro Ma quando, come, da chi, quali scrittori prossimi al fatto il riferiscano, nonby G00gle
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