La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
APPENDICE 281 •
gnazione del Castelletto, e ne fu data l'incum-benza a Gianluigi; ma il prete guerriero, che più s'intendeva di battaglie che di teologia, non si era accontentato di ben munirsi nella fortezza; chè, affortificate le case e i palazzi d'intorno, praticati de'ponti da un tetto all'altro, abbarrate le strade, si era fatto altretanti propugnacoli, cui bisognava superare di mano in mano. Assalitori e difensori vennero alle prove, e combattendo ciascuno gagliardamente, le case che non potevano difendere, davano alle fiamme. In mezzo al fuoco, in mezzo al tumulto micidiale dell'armi, fra le cadenti ruine fuggivano spaventati e piangendo gli uomini, le donne, i fanciulli, por-taudo le cose più preziose, che pure dovevano contendere coi rapaci soldati, e le altre abbandonando al saccheggio. Le furie orrende della guerra civile davano a Genova faccia di città espugnata di assalto. Ogni giorno succedevano sanguinosi combattimenti. L'inesorabile prelato fulminava colle artiglierie la città, gli assediatori, la fortezza, a tal che martellati da ambe le parti, i cittadini n'ebbero a sopportare morti e danni. Il governo, non vedendo fine a' disastri, mandò offerendo la Repubblica al re di Francia, e in pari tempo ad invocare ajuti dal pontefice.Ma un alleato più vicino contava il cardinale nel duca di Milano, che, sollecitalo da lui, mandò a Genova Gianftancesco di Sanse verino conte di Ca-jazzo con grossa mano di fanti e alcuni Stradiot-ti, milizia leggerissima, buona al piano ed al monte, e introdotta dall'Albania in Italia dai Veneziani. Ma Lodovico il Moro, che aveva subo-
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