La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
284 APPENDICE -
di Genova, e consegnarono le insegne ducali, lo scettro d'argento, il vessillo colla croce rossa, le chiavi e il suggello; tenne lo scettro, e le altre cose trasmise agli astanti, seguendo la qualità degli impieghi che nella sua corte occupavano. Furono confermate e sottoscritte le antiche convenzioni, indi regalata a ciascuno degli ambasciatori una veste di seta cremisi, oggetto di regio lusso per quei tempi, e fatti altri doni a quei del loro seguito, furono licenziati.
La pace nou era con ciò restituita del tutto alla travagliata Genova, avvegnaché la fresca vittoria infondendo licenza ne' partigiani degli Adorni, si permettevano ogni cosa, e ad ogni poco succedevano sì dentro che fuori risse ed ammazzamenti. E a dipingere i costumi de'tempi valga dire, che un soldato avendo un altro accusato, nè apparendo chiara la colpa, ne fu rimessa dal magistrato la decisione a pubblico duello, come tra'barbari; e, come avviene in simili giudizi, il più debole fu vinto dal più forte, e in conseguenza ebbe torto. *
Altro disturbo recò alla città un interdetto papale, fulminato, come al solito di queste simili censure , per cause leggiere, viene a dire per una lite privata tra un monaco ed un laico. Non durò che dieci giorni, e non portò seco alcuna conseguenza.
Intanto i disordini si acquetarono a poco a poco. L'accorto Lodovico il Moro sapeva bene che per tenersi Genova fermamente, conveniva trattarla come già fece il duca Francesco Sforza, cioè più da alleata che da suddita, farle sentire i benencii
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