La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
APPENDICE 293
partiene alla lista sgraziatamente troppo lunga dei cattivi principi che furono il flagello dei popoli cui toccò la trista ventura di essere a loro soggetti. Il suo regno di diciasette anni non è che una serie continua di guerre ingiuste, di trattati bugiardi e di perfìdie tanto detestabili quanto inutili^ anzi nocive a chi n'era l'autore. Quand'anche non vi fosse stato incitato dal celebre Gian Giacomo Trivulzio milanese, e dall'ex doge Battista Fregoso di Genova, egli inclinava da per sè stesso a portar l'armi in Italia; e i Veneziani, sdegnati con Lodovico il Moro, ebbero la stoltìa di cooperare alla perdita di un vicino meno potente ai loro, per attirarne un altro che era più. A' Milanesi in totale non era ingrato il governo dello Sforza; ma il sistema semi-feudalè e il difetto de'principi italiani di confidarsi a soldati mercenari, gli rendeva deboli, e fu la costante cagione della loro ruina. Ho già notato per quali piccolezze Lodovico si fosse alienato l'amore dei Genovesi; e per maggior danno Agostino Adorno aveva obbligalo l'ufficio di San Giorgio a somministrare denari al duca, cosa veduta con disgusto dai cittadini, e si era inimicato con l'inquieto e potente Gian Luigi del Fiesco, che offerse al re di sollevare tutta la Riviera di Levante, dove aveva feudi ed aderenze assai, a patto che ne fosse egli governatore in perpetuo. Era un fare due repubbliche di una. Nelle azioni degl'Italiani di quella età si vede così di rado un motivo virtuoso, che punto non è da maravigliare se il Guicciardini, che tanto bene conobbe i suoi contemporanei, le abbia tutte aggiudicate a fini inte-
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