La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
294 APPENDICETessati e perversi; e che il Segretario Fiorentino abbia tanto esaltata la prudenza di Alessandro VI e di suo figliuolo Cesare Borgia, le opere scele-rate dei quali avevano almeno un fine buono, quello di togliere l'Italia a tanti piccioli tiranni e farne un corpo solo e potente.
(1499) 1 Francesi adunque calarono un'altra vòlta in Italia; la conquista del Milanese, quasi senza guerra, fu opera di tre settimane. 11 Moro, tradito da'suoi più fidi, abbandonato da mercenario esercito, fu costretto a fuggire in Germania. Milano e il suo territorio divenne francese; Cremona e Ghiara d'Adda, veneziani. E in Genova Agostino Adorno, sbigottito a quelle celeri ruine, sprovveduto di forze, colla città inquieta e tumultuante, spediva già per trattare col re di Francia, venuto a Milano, quando fu sopragiunto da Gian Luigi colla sua fazione. La città si sollevò, Adorno si ritrasse a suoi feudi, e Genova riconobbe il dominio di Luigi XII: gli furono spediti a complimentarlo 24 de'primi, ed egli a governarla mandò suo cugino Filippo di Cleves signore di Ravenstein, concedendo al Fiesco il pattovi-to governo della riviera orientale.
In questi tempi le cose della Corsica furono alquanto turbate per una incursione di Gian PaoloLeca, venutovi dalla Sardegna; ma Ambrogio de'Negro, quel medesimo che già tre volte aveva pacificata l'isola, spedito colà con buon polso di fanti e cavalli, vinse il Leca, e lo obbligò per una somma di denari a lasciare per sempre la Corsica: e al Negro, in ricompensa del segnalato servigio, fu eretta una statua.
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