La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
APPENDICE 297 •
tata da provincia soggetta, e obbligata, o per forza o,per- inganno, a fornire armi, navilii, danaro per le guerre del re; e se i popolani invocavano i loro privilegi, i nobili che trovano utile a mostrarsi ligi alla corte, si adoperavano con tutti i mezzi a compiacerne i desiderii. Gli Appiani, signori di Piombino, pressura ti da Cesare Borgia, offersero di vendere il loro dominio alla Repubblica; le brighe de'nobili e il mal volére del re impedirono quell'utile acquisto. Pisa, in procinto di ricadere sotto l'abborrito impero de Fiorentini, si offerse ella pure di aggiungersi a Genova; ma per le stesse ragioni andò fallito il negozio quando era presso a compiersi. Principale autore ne fu Gianluigi Fiesco: piaceva al re che la-Repubblica non s'ingrandisse, perocché quanto più debole, tanto meglio avrebbe potuto contenerla; e piaceva al Fiesco, perchè corrotto dai danari de'Fiorentini, perchè ambiva egli stesso alla signoria di Pisa, e perchè nella debolezza della Repubblica vedeva la sua forza .e il suo potere. I popolani sentivano che il" tirannico impero dei nobili proveniva dalla ineguaglianza delle cariche, e desideravano una riforma in questa parte della amministrazione; ma pareva che intenzione de'FVancepi fosse invece di operare in senso contrario. Giovani patrizi, orgogliosi del loro nome e delia protezione di cui godevano, trattavano i popolani da bifolchi, usavano pugnali su cui stava scritto castiga-villani, insultavano i cittadini, gli percuotevano e i loro eccessi non pure erano impuniti, ma impedito eziandio a'popolani di risentirsene col re. Ciò stancò la pazienza.
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