La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
298 APPENDICE -
(i5o6)Un ufficiale del pubblico richiese un nobile che pagasse la gabella; insistendo l'unq, negando l'altro, il nobile per giunta mise insolentemente le mani addòsso al magistrato e lo conciò in malo modo. Un contadino voleva quattro soldi di un canestro di funghi; un nobile voleva comperarli , ma fissarne il prezzo à suo talento; nè volendo darli il contadino, il nobile gli tolse i funghi e lo pagò a pugni e a schiaffi si àie ne ebbe insanguinato il volto. Ogni giorno succedevano soprusi e violenze di questo genere, talché i popolani, offesi così villanamente, levarono tumulto e chiesero a mano armala che delle cariche pubbliche i nobili non si avessero che la terza parte, gli altri due terzi a loro. La domanda non poteva essere nè più giusta nè più moderata; pure i nobili la dipinsero al re come un atto di ribellione. E Luigi XII scrisse al Raven-stein, che allora si trovava in Asti, che tornasse a Genova e vi ristabilisse quello cui esso chiamava l'ordine, e che era invece la soperchieria.
Eseguì egli il comando, ed entrò in Genova con 700 fanti e i5o cavalli e lunga comitiva di nobili seguiti dalle -loro geldre raccolte ne'propri feudi: fece piantare le forche in piazza, e si apparecchiava a misure severe; ma il popolo, visto che si trattava della sua libertà e della vita, si mise in sulla difesa, e stimando Gian Luigi Fie-8co autore di ogni disordine lo chiese in suo potere, sì che dovette salvarsi colla fuga. Il vicario, facendo della necessità virtù, approvò la legge del due terzi.
La clemenza non era nella natura dispotica del
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Luigi XII Raven-stein Asti Genova Genova Gian Luigi Fie-
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