La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
302 APPENDICE -
sostegno della sua dignità gli fu data una guardia di 5oo fanti, e ben tosto apparve la somma sua capacità nel governo. Ristabilì l'ordine, represse le violenze, punì i malfattori, e conoscendo che in stato convulso il potere diviso è inefficace e diventa debole e spregiato, trasse a- sè tutta la somma delle cose, sì che la Repubblica fosse regolata da una ispirazione uniforme. Si valse dei tribuni a cui principalmente doveva la sua esaltazione, ma ne moderò la foga, ne scemò gli arbitrii. Si valse de'magistrati, non come inciampi, ma come esecutori della sua autorità; e sebbene si- fosse arrogato un potere assoluto, egli ne usò con moderazione e solo fin dove la necessità del momento richiedeva. Paolo da Nove, spregiato volgarmente dagli storici perchè fu vinto, era un uomo degno di tempi più generosi e di causa più fortunata.
Intanto Ivooe di Allegre, mandato dal Chau-mont, calava co'suoi Francesi e con tremila altri uomini, condotti-da'nobili fuorusciti, per la Riviera occidentale, correndo alla liberazione di Monaco. I Genovesi, non trovandosi in numero sufficiente a resistere, levarono l'assedio, e, condotti da Tarlatino, si ritrassero a Yentimiglia. Ma ,diversamente andarono le cose nélla Riviera opposta, imperocché i Fieschi furono rotti dai cittadini, e la loro gente dissipata. Questi vantaggi infusero coraggio ne'difensori, e ben ne avevano bisogno, imperocché il re era già in Asti, risoluto per la impresa di Genova. Cònduceva ottocento corazze, cinquecento cavalli leggieri, seimila Svizzeri e seimila fanti francesi, truppe ag-
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