La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
APPENDICE 303
guerrite e molte contro gente accogliticcia e male armata. A loro si aggiunsero le truppe del Chau-mont e quelle raccolte da'nobili genovesi* che andarono incontro al re, lietissimi di assoggettare la patria loro all'impero degli estranei. Gianluigi Fieschi, loro capo> si ebbe dal monarca le più amorevoli accoglienze.
Nè il doge se ne stava in ozio. L'imperatore, cbe vantava titoli sulla Repubblica, gli aveva promesso i suoi ajuti; ma jpiù fidava nella intervenzione del papa che si prendeva molto a cuore questa faccenda; e però si avvisava che, prolungando le difese, avrebbe sempre avvantaggiata la condizione della città, e forse nate sarebbono congiunture favorevoli. Genova è fortificata da naturali propugnacoli di monti e gole, ancora più forti a quei tempi stante la condizione della milizia. L'esercito regio'doveva naturalmente passare^er una di quelle che mette nella valle di Polcevera. doge vi mandò seicento fanti a guardarla, ma nuovi alla guerra ed inesperti, e forse anco guidati da timidi capi, al primo apparire de'Francesi abbandonarono vilmente il posto, e la loro fuga trascinò seco quella di altri corpi appostati ad altre angustie. Cosi i regii calarono in rolcé-vera, lontani sette miglia dalla città»
Ciò sparse lo scompìglio e lo spavento in Genova; ma il doge a cui, per esser un eroe, solo mancava l'auge della fortuna, nel comune disastro mostrò tutta la grandezza dal suo carattere. Rinfrancò il coraggio de'vacillanti, confermò i risoluti, distribuì armi, consigli, fece abbarrare le strade^.presidi arre le mura, risarcire i bastio-
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