La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
304 APPENDICE -
ni, pose soldati di ordinanza nel Castellacelo, alzò una bastita al colle di Promontorio, eresse trincee, munì tutti i punii di difesa; attivo, infaticabile, pulsante a tutti i lavori, sì che la città avrebbe potuto fare più valida resistenza se i cittadini fossero stati più abili all'armi, o se avessero avuto il tempo di addestrarsi. .
Non perciò mancarono d'animo. Attaccati dal La Palisse, uno de'più riputati capitani francesi, con un corpo scelto c^i veterani, i Genovesi combatterono da prodi, talché, ferito nella gola La Palisse e perduti moltissimi de'suoi, lo costrinsero a dare indiètro. Con genti fresche sottentrò il duca di Albania e continuò la zuffa disperatamente da ambe le parti: ma sempre collo svantaggio degli aggressori, e sarebbono anche stati rotti del tutto, se il Chaumont non sopragiungeva con soccorso a tempo» Ed allora i cittadini, urtati di fronte da sempre nuovo esercito, bersagliati di fianco dalle artiglierie di Chaumont, non potendo più a lungo resistere, furono obbligati a cedere. Altri che stavano a guardia del Promontorio, vedendosi, per la ritirata di quelli, recisi dalla città, abbandonarono il bastione custodito da loro, e, salendo le montagne, corsero a chiudersi nell'alta rócca del Castellacelo.
Ai nuovi precipizi i benestanti, temendo il saccheggio, opinavano di sottomettersi a qualunque condizione, purché fossero salve le robe e la vita; gli altri, tra' quali il doge cui la mala fortuna non domava, volevano resistenza disperata; e dicevano che, quando i Francesi fossero messi dentro, nissun giuramento avrja^osseu¥ato
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