La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
APPENDICE 305 •
il re, ed essi vittime della loro pusillanime buona fede. Conciliarono i pareri. Furono spediti ambasciatori al re per trattare la sommessione; ma Luigi XII non volle ammetterli ad udienza, e il suo ministro (per non dire il suo padrone)cardinale di Roano, solo disse loro, bisognare che la città si arrendesse a discrezione.
Mentre queste cose si trattavano, una grossa mano di cittadini più coraggiosi e di risoluta volontà, divisi in due corpi, fecero una vigorosa sortita. Combatterono con singolare ferocia, tagliarono a pezzi varii corpi di guardie, s'inoltrarono fino al padiglione del re che poco mancò non restasse prigioniero, nè dovette la propria salvezza se non alla celerità della sua fuga; ma poi, soverchiati dal numero, dall'arte di guerra, furono costretti a ritirarsi, l'un corpo nel Castel-laccio, l'altro in città.
La guerra coi regii durava da otto giorni, e sempre sfortunata; la plebe era avvilita, gli altri volevano cedere. 11 doge e i più liberi petti si evasero, e la città mandò la piena sua sommessione.
11 desiderio de'vincitori era di saccheggiarla, e ciascuno contava di arricchirsi colle spoglie di una tra le più opulente città; nè vi era gentiluomo francese cne vergognasse di ampliare, conmezzo così reprobo, la sua fortuna: tanto erano diversi i principii di morale da quei de'nostri tempi. Nè al tutto vi era alieno il re, crudele ed avaro per natura, e che considerava i popoli di conquista come esseri su cui era lecito esercitare ogni spe» eie di immanità; e a lui pure facevano gola i te-Sbrka, T. III. 20
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Luigi XII Roano Castel-laccio
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