La storia della antica Liguria di Girolamo Serra

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      306 APPENDICEsori di San Giorgio, i beni del pubblico e le confìsche; ma temeva il risentimento del papa già offeso per la ricusata sua mediazione, e "si opposero anche i nobili genovesi a cui quest'ultimo fatto avrebbe a più doppii accresciuto l'odio di cui andavano carchi; e d'altronde il re vedeva bene che ruinando Genova, ruinavasè medesimo, avvegnaché ne traesse una grossa rendita. Per queste ragioni non permise agli Svizzeri, a cui non avrebbe potuto impedire le rapine, che entrassero, e a'suoi vietò il sacco. Presidiata la città di Francesi, vi entrò a'28 di aprile da trionfatore, a cavallo e colla spada nuda. Alle porte trovò i quaranta anziani che in atti e con parole umilissime gli chiesero perdono e misericordia, rigettando la colpa della ribellione sulla plebe. Gli accolse sdegnosamente, e quasi col barbaro desiderio di prolungare l'agonia de'cittadini che tremanti e con voci angosciose pendevano da'suoi cenni, proseguì il cammino senza neppure darli risposta. Gli venne incontro d'altra parte Gian Luigi Fieschi con cento nobili a cavallo riccamente armati, esultanti del loro poco glorioso trionfo. E poco appresso una compassionevole
      Erocessione di circa seimila fanciulle, vestite di ianco e portando rami di ulivo, che piangendo e lamentando, gridavano pietà, misericordia. I cittadini gridavano lo stesso. Questa circostanza non prova tanto la reità de'Genovesi, quanto la mala fama del re Luigi e de'Francesi; e veramente le atrocità usate da quel principe, da quel popolo, ne avevano fatto un oggetto di spavento agi'italiani.
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La storia della antica Liguria e Genova
Tomo Terzo
di Girolamo Serra
Tipografia Elvetica
1835 pagine 330

   

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