La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
APPENDICE 307
Lungamente lasciò perplessi i cittadini sulla sorte loro. Aveva ben detto di voler perdonare, ma era, dice Sismondi, perdono da re. Erettele forche, più di settanta fra i primari, per processi frettolosi, vi perirono; confiscati i loro beni, stracciate le loro case. 11 doge, fuggito a Pisa, tradito, anzi venduto a'Francesi per l'infame somma di ottocento ducati, fu ricondotto a Genova, decapitato; la sua testa infitta ad una lancia; il suo corpo, fatto in quarti, appeso in varii luoghi della città. Nelle estreme sorti, il suo co-raggio non ismentì la generosità del suo animo. La città fu aggravata da una contribuzione militare di trecentomila fiorini d'oro; il tributo annuo di tutto il regno di Francia ascendeva a quei tempi appena al doppio di questa somma; da ciò si argomenti e la povertà de' regni oltramontani e la somma ricchezza delle città d'Italia; ma gli Oltramontani, aspri di ferro, sapevano conquistare i tesori altrui; gli Italiani, nighittiti nella mollezza, non sapevano difendere i propri. Pure, Genova essendo impossibilitata a sborsare cosi grossa somma, fu rimessa di un terzo. - Nè. qui ebbe fine la condizione della conquista. Agli i l di maggio il re fece ardere.sulla piazza le convenzioni della Repubblica, la dichiarò città di conquista, la obbligò a dare mila fiorini per le spese dell'esercito, trentamila per pagare gli Svizzeri, quarantamila per erigere una fortezza al capo ai Faro, che, per colmo d'ingiuria, fu chiamata la Briglia di Genova; di altri sessantamila fiorini taglieggiò le Riviere; obbligò inoltre la città a mantenere duecento fanti e tre ga-
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