La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
308 APPENDICE -
lere, viene a dire a pagare il proprio carceriere. Ordinò il governo, abolì la legge dei due terzi, colmò di favori i nobili, in loro balìa rimise tutti gli ufficii pubblici, e avvilita la parte de'popolani, diede alla città alcuni vani privilegi che poteva modificare o togliere a suo beneplacito, confermò quelli dell'uffizio di San Giorgio, a cui pretese donare Sarzana, Sarzanello e la Corsica che già possedeva di diritto, ma che il re diceva essere suoi per ragione di conquista; mutò l'impronto delle monete, agli usati nomi e segni, sostituendo il nome proprio e lo stemma di sua casa; e, lasciata un'apparenza di libertà, una sg^vÌlù vera, e per governatore il signore di Jlons, si partì per Milano.
Abbiamo veduto ciò che voléva la plebe. I nobili, pranzando il re in una casa de'Grimaldi, lo supplicarono gli concedesse l'onore di servirlo a tavola. L'ottennero; gli dichiarò suoi valetti con privilegio di andare armati ed esenti pei loro delitti dai giudici ordinari
(i 608-15) Godette Genova di alcuni anni di quella quiete sepolcrale che suole accompagnare le agitazioni de'popoli caduti sotto di un grave infortunio; e tanto erano i petti compresi da spavento, che un tentativo de Fregosi (nel i5io) per restituirla a libertà, quantunque assecondato patentemente da Giulio II eda'Veneziani,non trovò seguito e riuscì a nulla. Al signor di Mons dopo pochi mesi succedette nel vicariato Ridolfo diLau-noi, gentiluomo d'integra fama e rigido amatore della giustizia, sì che se fosse durato, avrebbe potuto in parte compensare i Genovesi de'patiti af-
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