La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
312 APPENDICE -
una nuova spedizione per l'Italia. Francesco di Valois, giovane audace e generoso, successogli al trono, al titolo di re di Francia aggiunse quello di duca di Milano e di Genova, e da ciò che operava rendeva manifesto non essere lui per contentarsi di nudi titoli. A'suoi apparecchi spaventato Massimiliano Sforza,cui la virtù degli Svizzeri aveva restituito al trono de'suoi maggiori, fece sentire ai principi amici il pericolo di quella invasione; e una lega tra l'imperatore, il papa, gli Svizzeri, il re di Spagna signore anche di Napoli, e il duca di Milano fu conchiusa per la conservazione del Milanese. I Veneziani, amici, poi nemici, ora ancora amici alia Francia, vollero restar fedeli a questa potenza. Pareva che avessero perduto 1' antico senno con quelle continue loro federazioni con oltramontani per invadere Italia. Non furono i papi, non la codardia degli Italiani, che fecero e fanno ancor serva questa parte illustre dell'Europa, ma la plebea politica de'nostri piccioli regnanti.
Il doge Ottaviano parve anch'egli sulle prime aderire alla lega italica; ma gli Svizzeri, gente a quel tempo bellicosa ed avara, pretestando che alla esaltazione di lui avevano essi, battagliando i Francesi, non meno contribuito degli Spagnuoli, pretendevano una somma incirca uguale alla pagata a coloro, ed erano (giova qui ripeterlo e lo ricordi il lettore) 80,000 scudi d'oro. D'altra parte lo Sforza produceva anch'egli pretesa sulla Repubblica, come dipendenza del suo ducato. Per un animo palriotico non era difficile il partito da sciegliere: meglio Italia che Francia. Ma il
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