La storia della antica Liguria di Girolamo Serra
APPENDICE 313
doge, come tutti i principi che governano per se soli, niente confidava nel popolo, poco nella lega, temeva i maneggi de'Fieschi ed Adorni, e infine gli parve più utile a'suoi interessi di patteggiare la servitù della patria col re di Francia, che unirla in Causa comune con un piccolo duca italiano. Mandò adunque a trattarne segretamente col re: pel pubblico furono le assuete condizioni prima che da Luigi XII violate fossero, aggiunto che i Francesi presidiassero i castelli della città, ma non potessero rifabbricare la Briglia; e per suo conto privato, che sarebbe vicario perpetuo del re con facoltà di conferir egli i carichi e le podesterie dello stato, che gli fosse accordato l'ordine di San Michele, una compagnia d'uomini d'arme, una provvisione annua di 6000 scudi d'oro, ed altra di 4ooo per suo fratello Federico arcivescovo di Salerno. Indi Fregoso somministrò al re, cioè fece somministrare dallo stato, 80,000 scudi d'oro e 2000 fanti per soggiogare l'Italia. Così colui che non voleva spendere per essere libero, spendeva per essere servo; ma otteneva pensioni e l'ordine di San Michele. -
I Fieschi e gli Adorni che avrebbono voluto far essi quel mercato, poiché si viddero prevenuti da un altro, lo biasimarono e si profersero al duca Massimiliano di dargli Genova; ma tornarono vani i loro sforzi per le rapide conquiste dei Francesi, a cui la dedizione e gli ajuti di Genova facilitarono il successo. Vinti gli Svizzeri a Mari-gnano, cacciato il duca, Francesco entrò in Milano alla metà di settembre, ed ivi andò a tro-
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